Il sistema crittografico RSA, che prende il nome dai suoi inventori Rivest, Shamir e Adleman, è una pietra angolare della moderna crittografia a chiave pubblica. La sua sicurezza si basa fondamentalmente sulla difficoltà computazionale di fattorizzare numeri compositi di grandi dimensioni, un problema che è stato ampiamente studiato e si ritiene ampiamente intrattabile per numeri interi sufficientemente grandi. Questa dipendenza dalla durezza del factoring è fondamentale per comprendere perché RSA rimane sicura e influenza la scelta delle dimensioni chiave nelle implementazioni pratiche.
RSA funziona secondo il principio della crittografia asimmetrica, in cui viene utilizzata una coppia di chiavi, una chiave pubblica e una chiave privata. La chiave pubblica viene utilizzata per la crittografia, mentre la chiave privata viene utilizzata per la decrittografia. La sicurezza di RSA dipende dal fatto che mentre è computazionalmente fattibile generare una coppia di chiavi e crittografare e decriptare i messaggi, è computazionalmente impossibile derivare la chiave privata dalla chiave pubblica, presupponendo che il problema della fattorizzazione sia difficile.
Il processo di generazione delle chiavi RSA prevede la selezione di due grandi numeri primi, e
e calcolare il loro prodotto
. Il numero
è un numero composto e la sua fattorizzazione in numeri primi
e
è il punto cruciale della sicurezza RSA. La chiave pubblica è composta da
e un esponente
, mentre la chiave privata è composta da
e un altro esponente
, che è derivato da
e il soggetto di
,
.
Il presupposto di sicurezza qui è che mentre può essere resa pubblica, la fattorizzazione di
ai miglioramenti
e
dovrebbe rimanere computazionalmente irrealizzabile per un utente malintenzionato. Se un avversario potesse tenere conto
, potevano calcolare
e successivamente derivare
da
, rompendo così la crittografia. Questo è il motivo per cui il problema della fattorizzazione di grandi numeri compositi è centrale per la sicurezza di RSA.
La difficoltà di fattorizzare gli interi è un'area della teoria dei numeri studiata da secoli. I moderni algoritmi di fattorizzazione, come il General Number Field Sieve (GNFS), sono abbastanza efficienti per numeri di dimensioni moderate, ma la loro complessità aumenta rapidamente con la dimensione del numero. Nello specifico, la complessità temporale di GNFS è subesponenziale, il che significa che, sebbene sia più veloce degli algoritmi temporali esponenziali, cresce comunque molto rapidamente all'aumentare del numero di cifre nell'intero.
Per garantire la sicurezza di RSA, le dimensioni delle chiavi devono essere scelte in modo tale da fattorizzare il modulo va oltre la portata delle capacità computazionali attuali e prevedibili. Storicamente, le dimensioni delle chiavi sono aumentate man mano che la potenza di calcolo e gli algoritmi di fattorizzazione sono migliorati. Agli albori dell'RSA, un modulo a 512 bit era considerato sicuro, ma i progressi nelle tecniche informatiche e algoritmiche hanno reso vulnerabili tali dimensioni di chiave.
Allo stato attuale della pratica crittografica, per RSA si consiglia una dimensione minima della chiave di 2048 bit per garantire un'adeguata sicurezza. Questa raccomandazione si basa sulla difficoltà stimata di fattorizzare un numero a 2048 bit utilizzando gli algoritmi di fattorizzazione più conosciuti e l'hardware più veloce disponibile. Per applicazioni estremamente sensibili, è possibile utilizzare chiavi di dimensioni ancora maggiori, come 3072 o 4096 bit, per fornire un ulteriore margine di sicurezza.
Per illustrare l'impatto della dimensione della chiave sulla sicurezza, si consideri la sfida RSA-768, che prevedeva la fattorizzazione di un modulo RSA a 768 bit. Questa sfida è stata completata nel 2009 e ha richiesto notevoli risorse computazionali, inclusi diversi anni di lavoro su un'ampia rete distribuita di computer. Il successo di questa sfida ha dimostrato che le chiavi a 768 bit non sono più sicure, spingendo a uno spostamento verso chiavi di dimensioni maggiori.
È anche importante considerare il potenziale impatto dei futuri progressi tecnologici, come l’informatica quantistica, sulla sicurezza di RSA. I computer quantistici, se diventassero pratici, potrebbero utilizzare l’algoritmo di Shor per fattorizzare interi di grandi dimensioni in tempo polinomiale, il che renderebbe RSA insicuro indipendentemente dalla dimensione della chiave. Questa possibilità ha portato alla ricerca su algoritmi crittografici resistenti ai quanti, sebbene non siano ancora disponibili computer quantistici pratici in grado di violare l’RSA.
La sicurezza del crittosistema RSA è intrinsecamente legata alla difficoltà di fattorizzare grandi numeri compositi. Questa dipendenza influenza le dimensioni delle chiavi consigliate, che devono essere scelte per garantire che il problema della fattorizzazione rimanga irrealizzabile per i potenziali aggressori. Con l'evolversi delle capacità computazionali, devono evolversi anche le dimensioni delle chiavi utilizzate in RSA per mantenerne la sicurezza. I progressi in corso sia nell’informatica classica che in quella quantistica continuano a modellare il panorama della sicurezza crittografica, sottolineando la necessità di vigilanza e adattabilità nelle pratiche crittografiche.
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